La torta.

Dico davvero: non ho mai avuto una torta di compleanno. Ma non è che questo mi abbia fatto crescere con chissà quali turbe psichiche. Non la ho mai avuta e basta. Succede. Il fatto è che se nasci i primi giorni di agosto, i tuoi compleanni sono spesso al mare, senza compagni di scuola, senza parenti, senza il regalo della maestra. Che io ci pensavo quando la maestra a marzo portava un libro a chi compiva gli anni, ci pensavo e mi dicevo: vabbè, me lo faccio comprare dalla mamma, il libro. Non era un problema, ecco. E quando andavo alle feste di compleanno dei miei amici nati, per dire, ad aprile e vedevo la torta, i festoni e tutti che dicevano auguri, auguri pensavo che in fondo anche a me lo dicevano auguri ad agosto. Che poi me lo dicessero mentre si era in costume sotto l'ombrellone circondato da milanesi e torinesi ai quali non fregava un cazzo, era del tutto indifferente. Ricordo che una volta, tipo verso i venti anni, lo dimenticai completamente il mio compleanno. Dico davvero. Ero in Calabria, a Tropea e sai com'è...hai vent'anni scarsi, sei con gli amici, cerchi di rimorchiare ogni essere di sesso femminile che transita nei tuoi paraggi, non è che puoi star lì a pensare che quel giorno è il tuo compleanno. Capisci? E dunque la sera, chiamai a casa per sentire come se la passavano. Rispose mia mamma ed io dissi: ciao, sono io. Come va? Mia mamma disse subito: auguri. Io dissi: auguri? In che senso? E lei: nel senso che oggi è il 6 agosto. Ti dice niente?

Oh cazzo, avevo completamente cannato il mio compleanno. Ero passato dai 19 ai 20, senza accorgermene. Il giorno in cui la mia cifra iniziale passava da 1 a 2, mi ero completamente dimenticato che ciò avveniva. Non fu un grosso problema, sinceramente. Ce ne sarebbero stati altri di cui mi sarei ricordato.

Ma avrei sempre continuato a non avere la mia torta.