venerdì 11 dicembre 2009

Certi cassetti andrebbero lasciati chiusi.


Mi è capitato di aprire un cassetto e dentro ci ho trovato il cipollotto di nonno Oreste. Che nonno Oreste aveva sto cipollotto al quale, per qualche strano motivo, teneva come se fosse stato un figlio. Gli potevi prendere tutto a nonno Oreste, ma guai se per caso ti avvicinavi al suo cipollotto. Lo portava sempre con se, anche quando gli venne regalato un orologio più moderno, uno di quelli da mettere al polso, per capirsi. Glielo regalò mia mamma in un Natale di molti anni fa. Gli disse: auguri babbo, almeno ora puoi mettere via quell'orologio antico che ti porti sempre dietro. Nonno Oreste ringraziò e guardò quell'orologio col cinturino di pelle che di lì a poco avrebbe soppiantato per sempre il suo cipollotto. Lo rigirava fra le mani fingendo una contentezza che era ben lungi dal provare. Lui aveva il suo cipollotto, come poteva sperare quel concentrato di modernità di fare irruzione nella loro vita e sperare di venire bene accettato? Nonno Oreste guardava il nuovo orologio e sorrideva se qualcuno lo guardava, ma smetteva di sorridere quando nessuno si occupava di lui. Gli andai vicino: bello l'orologio nuovo eh, nonno? Lui disse: mah. A me tutte ste cose moderne non piacciono. Però non dirlo a tua mamma. E dunque per non mancare di rispetto a nessuno, nonno Oreste iniziò a portare due orologi: al polso quello che gli aveva regalato mia mamma e che serviva solo per rappresentanza, mentre in tasca c'era sempre il suo fido cipollotto che era anche quello "ufficiale", quello che serviva per guardare l'ora. Infatti, se per caso il cipollotto si fermava, lui chiedeva che ora era, senza nemmeno guardare quello al polso.

Nonno Oreste se ne andò una mattina di febbraio. Era quasi novantenne e molto malato, però non aveva perso il suo essere a suo modo spietato, anche con se stesso. Entrai nella stanza e mi avvicinai al letto: nonno -gli dissi- quando ti sei rimesso si vanno a mangiare i funghi dalla Iolanda, che la Iolanda aveva un ristorante. Lui disse: ti ci ha mandato qualcuno a dire questa cazzata, o l'hai partorita da solo? Ascolta piuttosto: lì nel cassetto c'è l'orologio. Prendilo e mettilo dove non lo puoi perdere. Prendilo e vattene. Non credo di essere un bello spettacolo.

Morì due o tre ore dopo. Lasciò questa terra fra dolori atroci e la certezza che il suo cipollotto sarebbe stato in buone mani. E forse questo bastò a rasserenarlo un po'. Forse.

8 commenti:

  1. Ma è mai possibile che qualsiasi cosa tu scrivi ..riesci a catturarmi..?? e che palle...che io poi sarei una dura..ho una tradizione da mantenere! uff..

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  2. Decisamente in accordo con Irene qui sopra... nulla da fare, il tuo scrivere cattura. E anche il nonno, ed anche quella lacrima che mi è scesa pensando che se non ho avuto nonni così è proprio questo il genere di nonna che vorrei avere la fortuna di poter essere, un giorno, forse.

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  3. mia nonna mi ha affidato delle monete da 500 lire d'argento.
    Ero troppo piccola per capire il valore affettivo di quella donazione.
    In compenso, come nipote più vecchia dell'altra nonna, ho ricevuto la sua fede di matrimonio a 30 anni dalla sua dipartita.
    Una fede per un dito piccolissimo che non ho mai potuto indossare.
    Ma l'ho sempre portata con me attaccata ad una collanina.
    E, sono certa, nonostante non ci fossimo mai viste, lei era li con me.

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  4. Nella cartella dove copio i tuoi post migliori questo farà a gara per il primo posto con "Un fiore rosso". Grazie e accetta un lungo abbraccio. Manu

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  5. Quel cipollotto adesso dov'è? Ce l'hai ancora tu, vero?

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  6. Tuo nonno Oreste mi ricorda qualcuno. Solo che lui propbabilmente non era così bravo con i template. E il cipollotto è davvero molto bello (prenditi tutto, pure il mio Breil, altro che... anche se io non ce l'ho il Breil... :-D )

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  7. Tu riesci a commuovermi sempre.
    Un po' ti odio. Sappilo.

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  8. @Irene: ma anch'io sono un maledetto cinico. Solo che a volte si trova qualcosa e la testa comincia a lavorare. Comunque non ti preoccupare, non lo dico a nessuno che ti ho catturata. E ti ringrazio, naturalmente :-)

    @LuceNera: essere nonni deve essere bello. Essere certi nonni, deve essere più bello ancora. Secondo me lo sarai, una certa nonna. E magari fra cent'anni qualcuno scriverà un post su quel paio di orecchini...

    @Amore_immaginato: è sicuro. Devo riconoscere che fra tutti i trapassati della mia famiglia, per certi versi, il nonno è quello che più mi manca. Oddio, fare una classifica non è un cazzo facile, ma il nonno, sta in ottima posizone, diciamo.

    @Manu: azz. Hai una cartella coi miei post(s)? Ciò mi onora. E mi fa pure un po' montare la testa. Ringrazio e sono confuso. Chiaramente accetto l'abbraccio e lo restituisco. Se stringo troppo, dimmelo.

    @Fayaway: è quello della foto sopra. E' qui in casa. E' stata la prima cosa che ho afferrato quando venne il terremoto, che ballava tutto. Le prime tre cose afferrate sono state, nell'ordine: il cipollotto, il cellulare e il portatile. Poi mi son chiesto come avrei fatto a cambiarmi le mutande.

    @Miss: si, credo che nonno Oreste avrebbe avuto qualche problema nel fare i template :-) Però era bravo a raccontare storie. O forse sembrava a me, bravo.

    @Arance: prendo nota :-) Ho finito i fazzoletti. Vuoi una coca cola? :-)

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