martedì 7 giugno 2011

L'orco.

L'orco aveva labbra sottili e mani callose. Quando camminava, la sua andatura così particolare lo faceva sembrare uno di quei cavalli che ci sono nelle giostre dei luna park. Frequentava posti strani e malfamati, i suoi amici erano per lo più alcolizzati e vecchie puttane a riposo. Qualcuna di queste gli si strusciava addosso, lasciando fastidiose scie di bava.

L'orco aveva una casa e una famiglia. Anzi no, non aveva una famiglia, aveva due persone che vivevano con lui e che lo avevano procreato. Un padre assente, giocatore d'azzardo, frequentatore di bische e allibratori. Una madre che sopportava da sola il peso di una vita che non aveva scelto.

L'orco, prima di diventare un orco, era una persona mite, silenziosa, invisibile. Una persona con poco futuro e quel poco, incerto.

Dev'essere stato questo che lo ha convinto a diventare orco: la possibilità di avere un futuro. Un futuro certo, sicuro, su cui contare. Un futuro in compagnia di altri orchi. Orchi veri, orchi pericolosi.

L'ultimo gioco che ha deciso di fare, è stato un gioco brutto, forse nemmeno capito perfettamente, un gioco in cui le regole si inventano sul momento e un gioco in cui non c'è mai un vincitore. Un gioco senza giustificazione, se non quella, probabilmente, di aver avuto un'infanzia costellata da incubi e una realtà peggiore del peggiore degli incubi.

L'ultimo gioco è stato quello di un bambino che non è mai stato bambino e che dovrà faticare molto per riuscire a diventare un uomo.

Se mai ci riuscirà.

4 commenti:

  1. Hai messo lì forse casualmente forse no proprio il nocciolo della questione. Non ha una famiglia, ma due persone che vivono con lui. Nell'anaffettività il pensiero si ammala e a volte è curabile, a volte non più.

    RispondiElimina
  2. Gli orchi esitono davvero, le fate con la bacchetta magica e i principi azzurri dal bianco destriero no. Le fiabe andrebbero riviste. no.snob

    RispondiElimina
  3. @Mia_euridice: lo penso anch'io.

    @Ladoratrice: non l'ho messo casualmente, infatti. E non credo sia più curabile, ormai.

    @No.snob: vero Certe favole sono specchietti per le allodole.

    RispondiElimina