mercoledì 9 gennaio 2013

Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo, dalla fantasia.


E' che in questo periodo ho due cosette da fare, qualche quisquiglia da risolvere.
Niente di che, niente che mi possa portare, almeno spero, ad una morte prematura, anche se, col senno di poi, non so quanto si possa parlare di "morte prematura" alla mia età. In ogni caso la faccenda è seria. Non "grave", ma seria. Ma forse anche "grave", ora che ci penso.
Devo dire che ho riscoperto il mondo. O meglio: ho riscoperto l'umanità, che è cosa ben diversa. E i giovani. I giovani quelli veri, non quelli che si sentono giovani, ma che non lo sono, o quelli che sono giovani, ma che poi sono vecchi dentro. Ho riscoperto i giovani, si, quelli che sembrano "strani" solo perchè hanno il cavallo dei pantaloni che quasi tocca terra, le scarpe slacciate ed una bomboletta di vernice in mano, che gli serve a fare tutti quei disegni strani che sono tutti uguali, da Londra a Parigi, passando per Berlino e sfiorando Stoccolma. 
I "writer", si fanno chiamare. Lo sai la cosa buffa qual è? Oddio, non so se sia buffa, ma è quanto meno insolita. Insomma, sta cosa buffa-insolita è che mentre questi writer erano impegnati a disegnare su un muro, io ero lì che gli facevo il palo e gli avrei dovuti avvisare nel caso fosse arrivato qualcuno. E mentre ero lì che "paleggiavo" mi dicevo che non dovrebbe essere così che funziona. Dovrebbe essere che, invece, li devo sgridare, gli devo far capire che non si imbrattano i muri, che alle cose bisogna portare rispetto. Non credo che sarei stato un buon genitore.
Ho parlato anche con la Digos. Dico davvero. Erano in quattro, tutti giovani, in borghese e gentili. Gli ho semplicemente detto che la faccenda è grave e loro pare abbiano capito. Ogni tanto si fanno vivi, suonano il clacson e fanno un cenno di saluto con la mano. Io rispondo al saluto e penso che è strano essere salutati dalla Digos.
Poi ho conosciuto un tale, uno giovane, col naso pronunciato ed i capelli corti, leggermente brizzolati, "sale e pepe", direbbe chi si intende di fashion.
Ci ho parlato una mezz'oretta e sembrava una persona per bene, faceva discorsi intelligenti e rimarcava che questo paese è uno schifo. Quando è andato via ho chiesto a Giova chi fosse e Giova mi ha detto che è uno di Rifondazione comunista. Credevo non esistessero più già da un po'.
Poi sono tornato a casa, ho acceso la tele ed ho visto che era lì, il tale di Rifondazione comunista, era lì dentro la tele che lo intervistavano e diceva le stesse cose che aveva detto a me. Mi sono sentito un privilegiato, uno che le cose le sa prima che le dica la televisione.
Poi sono stato una notte sveglio, non è una novità, lo so, ma questa notte è stata diversa. Abbiamo parlato, a volte anche riso, abbiamo mangiato e giocato a pallone, in un silenzio surreale, con le porte fatte da due ceste della frutta e due bidoni dell'immondizia. Ho sbagliato il rigore decisivo, ma, secondo me, loro avevano la porta più piccola.
L'ho solo pensato senza farglielo notare.
Non volevo sembrare uno che non sa perdere.

3 commenti:

  1. nino non aver pauraaaaa...

    anch'io una volta ho parlato con la digos, ma non sono stati molto gentili, soprattutto quando gli ho spiegato che avrebbero avuto una risposta alla loro domanda leggendo l'espresso della settimana prima. è che io m'informo, mannaggiammé

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  2. Ti penso G... è che non so cosa dirti, se non che siamo tutti presi a sopravvivere...
    Scoont

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  3. Dove sei finito?
    Comincio ad essere in astinenza

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