lunedì 15 aprile 2013

Incontri. (ravvicinati del terzo tipo)


Mi è capitato di aver a che fare con persone che conoscevo solo di vista, o che al massimo mi ero scambiato un "ciao" nel corso degli anni. D'altra parte su quattrocento persone, qualcuna che non la conosci proprio a fondo ci può anche essere. Che poi, di vista conosci tutti, ma magari non sai il nome, non sai cosa facciano di preciso all'interno dell'azienda. 
E insomma mi è capitato di conoscere più a fondo sto tizio. Alberto, si chiama. 
Io quando sentivo i discorsi di quelli che lo conoscevano, sentivo sempre dire che "Alberto è strano". Non mi sono mai interessato più di tanto del perchè o cosa facesse per "essere strano", anche perchè farmi i cazzi miei è, in genere, una delle cose che preferisco e se vedo qualcuno con un imbuto in testa difficilmente gli vado a chiedere il perchè se lo sia messo. 
Specifico subito, ad onor del vero, che Alberto non ha nessun imbuto in testa. 
Però, in effetti, un po' strano lo è.
La prima cosa che mi ha chiesto non appena ci siamo conosciuti è stata: cosa ne pensi degli ufo?
Cioè, ha detto proprio così. Testuale:
-Ciao. Io sono Gianni.
-Ciao. Alberto. Cosa ne pensi degli ufo?
Capirai che la domanda mi ha leggermente colto di sorpresa. Non ero pronto, insomma, a rispondere ad una cosa del genere. Io mi aspettavo una roba tipo "prendiamo qualcosa?" o "la primavera non ne vuol sapere di arrivare". Per cui ho tergiversato un attimo, dopodichè sono riuscito solo a dire: eh...gli ufo hanno le astronavi.
Mi ha dato l'impressione che Alberto non fosse molto contento della mia risposta. Non so cosa si aspettasse, ma la mia risposta non lo deve aver soddisfatto. Dopo una mezz'oretta mi si è nuovamente avvicinato, con fare sospetto, mi si è seduto accanto ed è inziato, più o meno, questo dialogo surreale.
-Senti un po', ma tu conosci qualcuno che è stato rapito dagli ufo?
-Uhm. Direi di no. Almeno non che io sappia, ecco.
-Eppure gli ufo la rapiscono la gente, sai?
-Immagino. Infatti ogni tanto si sente dire.
-Esatto. Sono fra noi. Possono essere ovunque. 
-Mi inquieti.
-Pensa che io, se la notte mi viene sete, non vado mai in cucina a bere.
-Ah. E come mai?
-Perchè la cucina è la stanza della casa in cui sono avvenuti più rapimenti.
-Ah. E ci sono proprio delle statistiche?
-Le ho fatte io. Ho letto di tutti i rapimenti e mi sono accorto che la maggior parte avvengono nelle cucine.
-Capisco. Per cui sarebbe sufficiente portarsi la bottiglia d'acqua in camera, per stare relativamente tranquilli.
-Cazzo, hai ragione. Non ci avevo pensato.
Allora ho mandato un messaggio a Vito, che sarebbe un tale che lavora con lui, ma che conosco bene perchè quando è stato assunto ha fatto un paio di mesi con me. 
"Senti un po', ma che si deve fare con sto tizio?"
Risposta di Vito: "Sto tizio, chi?"
"Alberto".
"Ah, sei con lui? Eheheheh. E' ossessionato dagli ufo. Assecondalo."
"Lo sto assecondando, ma sembriamo due pazzi."
"Probabilmente, se deve andare in bagno, ti chiederà di accompagnarlo. Ha paura se deve fare dei percorsi un po' bui."
"Ho capito, ma posso accompagnare in bagno un tale di quarantadue anni, alto un metro e novanta?"
"Se qualcuno non lo accompagna si piscia addosso."
Allora sono andato ad accendere le luci, che di accompagnare al cesso Alberto, proprio non ne avevo voglia.
Quando sono tornato, Francesco mi ha chiesto: perchè hai acceso tutto?
A me non andava di spiegargli che Alberto temeva di essere rapito dagli ufo, allora ho detto: ma che ne so, dobbiamo starci per così tanto tempo al buio, almeno fin che siamo vivi stiamo alla luce.
Francesco mi ha guardato strano. Non so se l'ho convinto.

6 commenti:

  1. Risposte
    1. In effetti, mentre Alberto raccontava, non ero del tutto tranquillo. :-)

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  2. Alberto è un nome che mi provoca sentimenti contrastanti da sempre, questo Alberto non fa eccezione... no.snob

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    1. Anche a me questo Alberto contrasta parecchio. :-) Però a suo modo è simpatico.

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