martedì 19 ottobre 2010

La cultura della sconfitta.

Ho un bel po' di tempo libero prima di andare a dormire e visto che non ho niente di pressante da fare e fuori fa freddo, ho deciso di scrivere un post molto lungo che parla della Fiorentina. Lo so, a te che del calcio te ne sbatti, non frega una beata fava che io scriva della Fiorentina e, giustamente, stai pensando di abbandonare esattamente in questo punto, questo post. Ma io, per convincerti a restare, ti dico anche che il post parlerà si, della Fiorentina, ma non solo. Ci saranno anche commoventi ricordi della mia infanzia e infine, verso la fine del post, una morale che ti permetterà di interrogarti sui veri valori della vita. Bene. Se anche dopo tutta questa premessa il post non lo vuoi proprio leggere, non credo di avere altri modi per convincerti, se non pagando. Ma non lo farò. Per cui.

La Fiorentina è ultima in classifica. Brutto da dirsi, ma tant'è. Ultima in classifica. Non succedeva da anni e la cosa merita (?) un'accurata riflessione. Vieni qua che ti spiego.

Quando sei piccolo e ti accorgi che il calcio ti può in qualche maniera interessare, arriva un certo momento in cui devi decidere per quale squadra tifare. E' una scelta che si fa spesso a cuor leggero, perchè da piccoli si è molto ottimisti e si crede che qualunque squadra noi sceglieremo, sarà sempre e comunque la migliore del mondo. Io decisi di tifare per la Fiorentina, per tre motivi: il primo motivo è stato che sono nato a Firenze e, ne converrai, è un ottimo motivo. Il secondo motivo è stato che nella mia famiglia erano tutti per la Fiorentina e per questo pensavo -erroneamente- che la Fiorentina fosse la migliore squadra al mondo, perchè mi dicevo: mica può essere possibile che tutti i miei parenti abbiano scelto una squadra di merda. Se hanno scelto la Fiorentina, un motivo ci sarà. Il motivo lo sto ancora cercando e buona parte dei miei parenti sono morti. Il terzo motivo è stato che se avessi tifato per qualunque altra squadra, mio babbo, mio nonno ed i miei zii, mi avrebbero fatto a pezzi con una motosega ed avrebbero mangiato i miei resti il giorno di Natale. Ti dirò che tifare per la Fiorentina negli anni settanta, non era tutto rose e fiori. Anzi. Io me li ricordo i lunedì mattina a scuola: venivi accerchiato dai compagni che avevano deciso di tifare una delle tre strisciate del nord che vincevano una domenica si e l'altra pure e venivi selvaggiamente preso per il culo. E che potevi fare? No dico: che potevi fare, quando il giorno prima la Ternana ti aveva rifilato due pere?

gnè gnè gnè la Juve ha vinto ventisei a zero, gnè gnè gnè il Milan ha vinto trentasei a uno, gnè gnè gnè l'Inter ha vinto quarantadue a quattro. E la Fiorentina che ha fatto? Ah ah ah.

Capisci? Che gli potevi dire? Avevi preso due pere dalla Ternana. Allora gli menavi. O almeno ci provavi. Fermo e zitto non potevi restare, cazzo. Quelli prendevano per il culo la squadra della tua città, la città dove eri nato (che poi, sti stronzi, ci erano nati pure loro a Firenze) e tu restavi zitto e fermo? E insomma, cazzo, bisogna essere uomini anche se si è bambini. E allora gli menavo. Anzi: spesso mi menavano. Capirai: facci te a cazzotti contro tre o quattro. Così, oltre alle due pere prese il giorno prima, prendevo pure le botte il giorno dopo. Un genio, direi. Allora tornavo a casa e chiedevo a mio nonno: senti un po' nonno, ma com'è che la Fiorentina perde sempre? E lui diceva: e che vuol dire se perde? C'è chi vince e c'è chi perde. Ci sono bambini che sono più bravi di te a scuola. Allora noi che dovremmo fare, mandarti via di casa e prendere qualcuno più bravo? Noi si vuole bene a te comunque tu sia. Verrà il giorno che anche la Fiorentina vincerà e se non vincerà, pazienza. Vincerà qualcun altro. Le cose che contano sono l'impegno e la lealtà.

Io sul momento, mica ero troppo soddisfatto di questa spiegazione, poi col tempo credo di aver capito. Si tratta della cultura della sconfitta. Avvolgersi in essa come in uno di quei maglioni fatti a mano dalle nonne e riscaldarsi al suo tepore.

Bene. Direi che ora sto post lo posso anche chiudere. Mi sono rotto le palle io a scriverlo, immagino te che (bontà tua) lo hai letto, sia prossimo al suicidio.

10 commenti:

  1. chi può capirti meglio di me che tifo toro?

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  2. Io non ti avrei menato di certo (sicuramente un pò di coglioneggiamento beh, dai, su, ci sarebbe stato benino benino).
    E comunque io decisi di tifar Juve per Marco Tardelli. Per dire.

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  3. anche a me piace lavorare a maglia

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  4. L'ho letto tutto, te lo giuro. Pure io sono nato a Firenze ma il calcio mi ha sempre fatto schifo e da bambino lo asserivo con una certa spavalderia. Forse mi stavo inconsciamente allenando ad affermare una diversità e se dovevo prenderle, preferivo prenderle perché stavo cercando di imporla. Ma non le ho mai prese: tutti mi rispettavano perché disegnavo benissimo.

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  5. perchè arrivata alla fine del post nella mia mente compare l'immagine di Fassino?
    scoont

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  6. lo ammetto: ho saltato dei pezzi, ma sono Granata e ti comprendo, ah, come ti comprendo!

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  7. Uguale uguale come a tifare Torino... dopo il grande Torino per intenderci. E comunque la mia nonna mi convinse a tifare Juve e non so quanto io ci abbia sinceramente guadagnato in serenità. :-)

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  8. @Amore_immaginato: azz. I gemellati storici. Uniti nella disgrazia. Coraggio. :-)

    @CharlieB.: Charlina, non scherzare. Essere preso per il culo da una bambina a quell'età, non lo avrei potuto sopportare. Per il calcio poi, era impensabile. E comunque Tardelli era un gran calciatore.

    @Oceano: e fai maglioni che tengono caldi come le sconfitte?

    @Filippo: anch'io ho sempre avuto grande ammirazione per chi sa disegnare. Oltre a grande invidia, aggiungo.

    @Scoontrosa: ma sai che sta cosa andrebbe analizzata con cura? Sarebbe pane per i denti di Freud.

    @Aldabra: azz, granata pure tu? Bello. Varrà il giorno della riscossa. Non si sa quando, ma verrà.

    @LuceNera: strano, perchè le nonne di solito danno ottimi consigli. :-)))

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  9. Tu puoi cose con Filippo che nessun altro...
    :-D

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  10. so che è tardi e non leggerai il commento machissene... io quando ho letto fiorentina ho pensato alla bistecca. ecco, forse era meglio se non lo scrivevo...

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