lunedì 10 gennaio 2011

Innocenti bugie.

Dopo Ricky Martin e Tiziano Ferro, faccio anch'io coming out.

Iniziamo col dire che non sono gay. Voglio dire: non è che uno che fa coming out deve essere per forza gay. E che è sennò, vogliamo discriminare chi non è gay? Non passiamo da un estremo all'altro, per favore. Anche se, devo ammettere, il fatto di essere etero non mi crea particolare orgoglio, come non me lo creerebbe il fatto di essere gay. E' andata così, diciamo. In pratica, chi se ne frega se uno è gay o etero.

Allora: io dico le bugie. Innocenti bugie, per la precisione, come recita il titolo. Ti spiego: quando sono al lavoro capita che passa qualcuno, tipo un caporeparto, un caposezione, un ingegnere e mi domanda se ho visto un certo tale.

-ehi, ciao. Hai mica visto per caso tizio?

Bene. A questa domanda io rispondo sempre, immancabilmente, da ventitrè anni: si, era qui due minuti fa. E' andato da quella parte. Ed indico una direzione a caso. Il fatto è che non è mai vero. Mai. E la cosa strana è che nessuno di quelli che mi domandano sta cosa, si è mai chiesto: ma possibile che tutti quelli che gli chiedo, erano qui due minuti fa? In effetti, se ci pensi, è quantomeno strano che da ventitrè anni a questa parte, chiunque mi viene nominato "era qui due minuti fa", ti pare? Voglio dire: ci sarà pure una volta che un tizio non l'ho visto. Invece no: chiunque mi viene chiesto, era qui due minuti fa. Se invece capita che chi mi viene chiesto l'ho visto veramente, allora dico che non l'ho visto. Sono un creativo, diciamo.

Certe volte esagero un po'.

-ciao. Hai visto per caso il tale?

-Si, era qui due minuti fa (e ti pareva). E' andato da quella parte. Aveva in mano una borsa nera (fornisco pure i particolari) e mi ha detto di dirti che ti aspetta in ufficio del tizio.

-Una borsa nera? E che ci faceva con una borsa nera?

-E che ne so, mica gliel'ho chiesto. A me ha detto solo di dirti che ti aspetta nell'ufficio.

-Va bene, grazie.

-Figurati.

Chiaramente sta cosa la faccio solo quando mancano tipo cinque minuti a staccare, in modo che quando ritornano per chiedere spiegazioni del mio comportamento, non mi trovano.

Tu dirai: si vabbè, ma il giorno dopo?

E che ne so. Magari il giorno dopo sono di riposo e poi faccio la notte. E dunque per almeno una settimana non mi rivedono e quando riappaio si sono già dimenticati. E magari mi chiedono se ho visto un certo tizio.

E la vita va avanti così. Cosparsa da innocenti bugie.

6 commenti:

  1. Caro Gianni, ho appena letto ad alta voce il tuo post.Mio marito si sbellica dalle risate, e io sorrido, immaginandoti...sei troppo forte.Senti.. mi chiedevo.. non è che per caso hai visto.....:D un abbraccio forte forte... Blue

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  2. La borsa nera è il tocco di classe. Solo un vero innocente bugista arriva a sì' sublimi vette.

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  3. Mh. Ti dirò, mi sono accorta che non prendere troppo sul serio certe domande fatte a caso e tanto per può essere una buona strategia per salvaguardare il proprio benessere psicofisico.

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  4. Non oso immaginare cosa potresti inventarti per l'ignoto passante che domanda di indicargli la via!!!!

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  5. Questo post dovrebbe farmi riflettere... no.snob

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  6. @Blue: no, mi sa che non l'ho visto. ^_____^

    @CharlieB.: anni ed anni di esperienza. :-)

    @Miss: è la strategia migliore, infatti. Io la adotto da anni ed anni. Ed anni.

    @LuceNera: no no, davvero. Quando mi chiedono un indirizzo cerco sempre di essere preciso. Al lavoro invece faccio così perchè almeno gli faccio passare un po' di tempo, sennò come ci arrivano a sera? Mi dovrebbero ringraziare.

    @No.snob: e perchè? Mica lavoriamo insieme. ^______^

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