Con l'avvento della bella stagione, il minuscolo giardino pubblico di fronte alla mia cucina, si riempie di mamme coi passeggini, di bambini che si menano e giocano a pallone e di anziani che si incazzano come scimmie perchè i maledetti pischelli li prendono a pallonate, più o meno volontariamente.
Una delle frasi tipiche dell'anziano, quando viene anche solo sfiorato da un pallone che gli sibila a 200 km all'ora vicino all'orecchio è: ora vi prendo questo pallone e lo taglio con le forbici. Che non si è mai capito se l'anziano esce di casa con un paio di forbici in tasca, o se sottintende che prima lo porta a casa e poi lo taglia. Al pronunciamento di questa frase, il maledetto pischello ha diverse reazioni possibili, dovute anche ad una certa educazione ricevuta, o semplicemente dettate dall'istinto pischellesco.
Devi sapere che il maledetto pischello non ha paura di niente, ma non per coraggio insito nella sua natura: semplicemente perchè non capisce. Non capisce che se lui all'anziano gli dice: che cazzo vuoi, vecchiaccio merdoso, l'anziano magari si altera un tantino e si alza dalla panchina con l'intenzione di scotennarlo. Lascia stare che poi il maledetto inizia a correre e per l'anziano è la fine di un sogno (quello di scotennare il maledetto pischello, appunto), visto che per quanto sia la sua rabbia, non lo potrà mai acchiappare.
A questo punto l'anziano ha due opzioni disponibili: o far finta di niente e tornare a sedersi sulla panchina, oppure andare a casa del maledetto pischello e raccontare ai genitori di quest'ultimo cosa è avvenuto e quali sono le esatte parole uscite dalla boccuccia di rosa del tenero virgulto.
In genere è l'opzione numero due la prescelta, in quanto l'anziano è vendicativo e auspica quella che lui ritiene la giusta punizione, che lui non è riuscito ad infliggere.
A questo punto i genitori del maledetto si scusano con l'anziano e promettono che al rientro a casa del selvaggio minorenne "gli faranno passar la voglia di dire certe cose".
Quando il pischello della malora rientra, avviene più o meno questo dialogo:
-che gli hai detto a Cesare?
-Niente.
-Come sarebbe a dire "niente"? E' venuto qui arrabbiato come un caimano, dicendo che lo hai offeso.
-Voleva tagliarci il pallone.
-Non è un buon motivo per offenderlo. (questo lo dice la madre).
-Aspetta un momento: il pallone costa trentacinque euro. (questo lo dice il padre, che probabilmente lo ha pagato).
-E che significa? Le persone non si devono offendere. (inutile dire: le mamme sono più civili e sagge. E soprattutto se ne fregano dei palloni di cuoio della Nike, che tra l'altro, sono cuciti a mano dai bambini laotiani che vengono pagati un euro al giorno per un totale di diciotto ore lavorative. Ma questo è un altro discorso).
Insomma, per farla breve (si fa per dire), il maledetto pischello se la cava con:
-una ramanzina di venti minuti, incentrata sull'educazione e sul comportamento da tenere con le persone in generale.
-La proibizione di uscire i prossimi tre giorni, se non per andare a scuola.
-La decurtazione totale della paghetta settimanale.
Al suo rientro in casa, egli dice a bassa voce: vecchio di merda, la prossima volta lo prendo in pieno.
Dice questo a bassa voce, ma non troppo, in quanto il padre lo sente e gli ammolla uno schiaffazzo nella nuca. Il pischello piange e sbatte la porta.
Fine.
Personaggi ed interpreti:
-Il maledetto pischello.
-Cesare.
-La mamma del maledetto pischello.
-Il babbo del maledetto pischello.
-Il pallone di cuoio della Nike.
-I bambini laotiani.
-Le presunte forbici.
-Io.
Io una volta, un vecchio che ha tagliato un pallone, l'ho visto. Era il mio, era bucato e, soprattutto, era un Supertele.
RispondiEliminanon vedo l'ora di diventare vecchia; perchè già ora andrei dai genitori, visto che non ho prestanza atletica, e farei la spia. solo che quelli mi guarderebbero con sufficienza, e, se coraggiosi, mi direbbero: ma non potevi dirglelo tu (ché a 42 anni non posso pretendere che mi diano il Lei), o dargli un coppino direttamente?! see, un coppino... ma mi vedi tu a correre dietro a un ragazzino, col mal di schiena e le ginocchia che mi ritrovo?
RispondiEliminaQuando ero giovane e atletica, giocavo a pallavolo sulla spiaggia e ogni 3x2 (come le offerte speciali) ci volevano bucare il pallone.
RispondiEliminaNoi chiedevamo scusa e ricominciavamo a giocare.
Perchè reiteravamo con costanza maniacale, ma non ci siamo mai permessi d'insultare chicchessia.
Altri tempi forse, c'era più rispetto forse o, forse, eravamo meno viziati.
Il pallone era un mikasa, e costava già allora qualcosa come quarantacinquemilalire!
Magari non erano fatti dai bambini giapponesi, ma non dubito che fossero di pelle umana!
A casa mia i palloni venivano puntualmente bucati dalle spine delle rose... ^_____^ no.snob
RispondiElimina- la bella stagione.
RispondiElimina:-)
anzi, mannaggia...
RispondiElimina-La bella stagione.
Ecco, ora va meglio :-))
Io a Cesare regalerei un machete tascabile. Dici che gli svizzeri non se li sono ancora inventati? Neanche un inceneritore portatile? Con tutto il rispetto d'uopo per il bambini laotiani.
RispondiEliminaecco a me rimane un dubbio tremendo: ma la fascia d'età a cui appartiene "l'anziano" Cesare quale è?
RispondiEliminascoont
P.S. in un sms arrivato da Pisa c'è scritto che il tuo post fa scompisciare... :)
@Pesa: a me ne hanno tagliati millemila. Un vecchio che passava le giornate a guardar fuori dalla finestra, se qualche pallone faceva irruzione nel suo giardino. E se capitava, era la fine. Del pallone. L'ultimo che mi ha fatto fuori, un Super Santos arancione e nero. Maledetto vecchio della malora. Poi è morto. Ma io avevo già smesso di giocare a pallone nei pressi del suo giardino.
RispondiElimina@Simo: io invece spero sempre che qualche pischello mi chieda se voglio giocare con loro, ma non lo fanno mai. Forse mi giudicano troppo vecchio. Maledetti giovinastri.
@Giuseppe: ti ringrazio, ma non credo sia una cosa che faccia per me. Scrivo solo su questo blog, quando ne ho voglia e spesso sono cazzate. E credo che la gente ne senta e ne legga già troppe di cazzate, per poter sopportare anche le mie. Grazie comunque.
@Amore_immaginato: azz, il pallone Mikasa era famoso. Lo ricordo bene. Esclusivamente da pallavolo, quando lo prendevi sui polsi mica era simpatico. Io a pallavolo sono sempre stato una pippa. Ed anche a calcio, se tanto mi da tanto. :-)
@No snob: le spine delle rose erano pericolose, in effetti. E dove non riuscivano loro, ci pensava il vecchio con le forbici. ^____^
@Miss: la bella stagione coincide spesso con la morte dei palloni. :-)
@CharlieB.: l'inceneritore portatile mi senbra una buona idea. Mi sembra strano che ancora i giapponesi non ci abbiano pensato.
@Scoontrosa: l'anziano Cesare veleggia verso i novanta, per quanto arzillo. Direi che ancora ho ampi margini. Ringrazia Pisa da parte mia. :-)